ho ricevuto alcun quaderno. La persona incaricata da me a questo
effetto in Bologna,1 mi scrisse più mesi addietro, di essersi por-
tato in persona da quella marchesina Zambeccari, ed averle con-
segnato l’esemplare per l’Ab. Vannucci. Scrivo oggi per inten-
dere come sia quest’affare. Di mad. Padovani non ho nuove:
ma ne avrò, ed Ella ne sarà servita.
Mi trovo oramai al fine dell’Antologia, quanto a quella parte
che si è potuta far qui co’ miei libri: la quale comprende già
più di 70 autori: che è appunto il numero di quelli dai quali
è tratta l’Antologia francese di Noci, modello di tutte le altre.
Mi resterà a far lo spoglio degli autori che mi mancano, quando
io mi troverò in luogo da poterli avere in mano, giacché qui
non si troverebbono. Ciò sarà questa primavera, e fra poco.
Allora l’Antologia comprenderà (io credo) più di 80 autori, d’ogni
secolo; e sarà la più ricca Antologia che si sia veduta, senza però
eccedere la misura della francese, cioè le 600 pagine circa, in
8°. Tutti i passi sono copiati di mia mano con ogni diligenza
circa la rettificazione dell’ortografia e della punteggiatura.
Sono ben lieto della nuova che Ella mi dà del matrimonio
del signor Luigi. Ne faccia, la prego, i miei complimenti e le
mie congratulazioni vive e sincere seco lui. Altrettanto vive e
sincere ne fo io con Lei. Lietissimo poi sono del doverla rive-
dere a maggio in Bologna. La mia famiglia le ritorna i suoi distinti
saluti, ed io la prego di far gradire i miei distintissimi alla sua.
Mi ami, come spero che faccia, e mi creda sempre il suo cordia-
lissimo servitore ed amico.
1052. |
Di Antonio Fortunato Stella. |
|
Signore ed Amico amatiss.
Ricevo in questo punto la c.a sua del dì 7, e le rispondo sul
momento per dirle che la mia Casa non ha mancato di spedirle rego-
larmente per la posta, franco fino ai confini e coll’indirizzo a Reca-