Carissimo Leopardi. Ricevuta questa lettera, ho scritto subito al
med. Gioberti p[er] dargli le v. nuove, ed assicurarlo che presto sarete
rimesso a Firenze.
1718. |
Di Alessandro Poerio. |
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Parigi a’ 29 Febbrajo 1832. |
[...] Sì, carissimo Leopardi, per quell’amore che ti stringe al nome
italiano, ed a quanto può dalla sua decadenza farlo risalire, e per l’ami-
cizia nostra (se dopo la carità di patria questo riflesso ti sembra di alcun
valore), ti prego e scongiuro che con tutto il nervo della tua volontà,
e con tutto il fiore del tuo bellissimo ingegno ti piaccia concorrere a
questa opera la quale benché non risguardi unicamente l’Italia farà,
che la patria nostra sia meglio conosciuta, e meno superbamente giu-
dicata da’ forestieri. Poiché nel paragonare i risultamenti delle scienze
lettere ed arti ne’ varj paesi d’Europa sarà nostro principale uficio [sic]
il mostrare, come l’esclamazione del Galilei non disconvenga all’in-
telletto degli Italiani. E pur si muove! [...]
1719. |
Di Louis de Sinner. |
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Mon excellent ami. Voici M. Pestalozzi,1 jeune théologien de
Zuric, qui je recommande à votre bienveillance. Il m’a beaucoup vu
et connu l’hiver dernier. Il vous donnera tous Ics détails sur moi que
vous pourrez desirer.
Vale et mihi semper fare.
L. de Sinner
Paris, Mars 1832.