Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/673

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1747. Di Ruggero Antici.
Roma 19 Maggio 1832.

Carissimo Cugino Amabilissimo Bellissima maniera di canzonare la povera gente! tenerla a bada colle parole, colle promesse, colle sincerazioni, ec. ec. in fatto poi con dei graziosissimi, e gentilissimi nulla! bella! bella, bellissima!!!.... E come nò? quante promesse ho io ottenute dalla vostra preziosissima persona e che avrei avute quelle vostre canzoni, e che già avevate scritto a Parigi, a Milano, a capo al Mondo per procurarmele; in verità poi non sono state che parole, con vostra buona pace. Imaginate poi che bella figura ho dovuto fare con chi m’era obbligato di trovarle.... Eh! signo- rino mio, i Romani non sono gonzi, come dai forastieri si crede, sic- ché o compiacetevi di farmi avere una vostra sincerazione, o di pro- curarmi il piacere di avere tandem aliquando quello, diche vi ho richiesto. Ai 4 del Mese Venturo spero di andarmene a Recanati con tutta la famiglia, per rappezzare la sdrucita mia salute; se avete comandi per quelle parti vi prego favorirmene, che mi farete cosa gratissima. Non dubito, che la vostra salute sia almeno sufficiente in cotesto beatissimo cielo, tanto più adesso che con sommo contento ho letto il vostro nome tra i Sigg. Cruscanti: ma ditemi, di buona grazia, quelli tali che hanno quest’altissimo onore di essere annoverali nel- l’accademico Albo della Crusca, si cibano sempre di sola Crusca, oppure questa Crusca si converte per Loro in pagnotte; o per esprimermi meglio, evvi per questi fumo, e arrosto, oppure solo fumo? Vi ricordo alla memoria quel cotal Sig.r Bertinelli tanto vostro amico, ed a voi così caro!?! il quale per la stima, ed affetto che vi porta, mi sono accorto, che si troverebbe pago a questo mondo se fosse certo di essere in qualcuna delle vostre saccoccie!?! Deh! per carità appaga- tenelo. Addio: vogliatemi bene, e crediatemi Vostro Affmo Cugino Ruggero Antici