1759. |
Di Giovanni Rosini. |
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A. Carino
Mi rincrebbe di non avere avuto tempo p[er] rivederci e fissare p[er]
le stampe da mandarvisi della Luisa Strozzi, onde mi facciate il favore
di vederle. - Poiché vi è il Pilade vostro quest’anno, egli avrà la com-
piacenza d’andare a prenderle alla posta, dove giungeranno franche.
- P[er] minore incomodo in principio vi manderò Capitolo p[er]
Capitolo. - Intanto, poiché l’aveste, ditemi qualche cosa da correg-
gere nell’elocuzione della Commedia del Tasso. - Dimane a sera, o al
più tardi dimanlaltro il Boninsegni, giovine del Piatti, avrà una copia
del Saggio1 e una della Commedia p[er] Voi; vi prego di gradirle. Cre-
do che il Saggio sia la prova di una gran pazienza: e Messer Torquato,
come vedrete, era un gran cortesan, che p[er] ogni caso teneva il piede
in due staffe, p[er]chè amò certamente la Laura Peperara e la Duchessa
a un tempo: - e dopo entrato in Sant’Anna duravagli l’amore p[er]
la prima.
Mi direte poi quel che a voialtri 2 vi pare della Commedia, ove
parmi chiaro lo scopo di mostrare l’abuso della forza contro un’im-
prudenza: p[er]chè i versi furono involati ec. ec. - Ciò posto, dee giu-
dicarsi se il piano poteva esser differente; e se m’era possibile (lo che
non credo) di porre una scena d’amore tra il Tasso e la Duches-
sa. - Addio. Salutate caramente Pilade.
G. Rosini
[s.d., ma Firenze, giugno 1832] |
A.C.
Vi ringrazio caramente dei libri inviatimi in grazioso dono.
Della Commedia non sapremmo che aggiungere Ranieri ed io
al giudizio già pronunziatone dal pubblico, eccetto che a me