sime degne di essere desiderate. Pensiamo, se l’amore fa l’uomo
infelice, che faranno le altre cose che non sono nè belle nè degne
dell’uomo. Ranieri da Bologna mi aveva chiesto più volte le
vostre nuove: gli spedii la vostra letterina subito ierlaltro.
Addio, bella e graziosa Fanny. Appena ardisco pregarvi di
comandarmi, sapendo che non posso nulla. Ma se, come si dice,
il desiderio e la volontà danno valore, potete stimarmi attissimo
ad ubbidirvi. Ricordatemi alle bambine, e credetemi sempre
vostro.
Leopardi
1778. |
Di Raimondo Gozani. |
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Carissimo Leopardi. Non sapendo se Tonino sia tornato in Firen-
ze,1 non sapendo se debba scrivergli sotto il suo nome, o sotto quello
di Maria Signorini, per non moltiplicare le lettere mi prendo la libertà
di mandare sotto la vostra coperta la qui acclusa. In grazia dell’amico
comune perdonatemi questo secondo incomodo. - Una lettera di
Tonino mi fa sperare che riavrò il piacere di abbracciarvi. Possa que-
sta cosa verificarsi! Intanto credetemi senza riserve il vostro affmo
Servo ed Amico Raimondo Gozani.
1779. |
Di Pietro Giordani. |
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[Parma] 21. Agosto [1832] |
Giacomino mio. La tua ultima fu dei 14. giugno. Or dunque
dammi un poco di tue nuove. Come stai? che fai? che nuove di Carlo
e di Paolina? Salutameli moltissimo.
Sei ancora in quell 'abbonimento in quella nausea di libri e di studi?
So benissimo; tutte vanità: ma di che vuoi occuparti? con che conso-
larti? Quando vedi Vieusseux salutamelo molto. Mille saluti alla buona
Lenzoni, alla quale scrissi il dì 11. Come sta Enrico?2 Ti salutano i