Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/718

Da Wikisource.
1794. Di Luigi Giambene.
[Roma 23. Ott.e 1832]

Sig. Marchese Pregiatisi Il Suo Sig.e Padre mi rimise da Recanati £ 55.35 = dei quali aven- done pagati 25.20 in estinzione di una sua Cambiale mi rimasero £ 30.15. Venuto in Roma D. Ant.° passai al med.° £ 15 - e li rima- nenti £ 15.15 mi disse che gli avessi fatti pervenire a Lei come ese- guisco,1 mentre li riceverà dal S.c Cav. Mannucci Segfio Gen.c del Dipartirò.0 delle Poste. Quando tutto questo lo trovi in regola, mi farà somma grazia se si compiacerà di due righe di approvaz.6 p[er] mia quiete trovandomi fuori la ricevuta eli scudi 55.35 = Perdoni il disturbo; se vaglio a servirla, non mi privi di suoi co- mandi, ed intanto ho il bene di rassegnarmi

Dev. Obbmo Serv.e
Luigi Giambene

Roma 23. Ott.e 1832

1795. A Monaldo Leopardi.
[Firenze] 24 Ott. 1832.

Caro Papà mio. Torno in questo punto da una breve passeggiata che ho fatta dopo un mese giusto di ritiro. Sto sufficientemente, e spero che le forze mi torneranno presto, se la stagione mi lascerà fare un poco di moto. Non sono ancora deciso dove passar l’inverno, e la decisione dipenderà in gran parte dalla mia salute: ma ben- ché questo clima non sia eccellente, si può scusare con questo, che gli altri due reumi ultimi mi favorirono in Roma, non qui. Ranieri mi aveva già scritto da Roma l’incontro avuto, lodan- dosi della Sua gentilezza. Aspetto a momenti l’esemplare del Bonafede, che deve già essere in Firenze. Caro Papà mio, scrive- rei più, ma gli occhi non mi concedono altro. Saluto tutti, e bacio a Lei affettuosamente la mano. Il suo Giacomo