e il march. Romualdo,3 che salutano tanto Lei e la Mamma. La
casa Cassi e la casa Lazzari salutano Lei e tutta la famiglia, e
Vittorina4 in particolare manda mille saluti a Paolina. Io sono
qui alla locanda della Pace nel Corso, dove ho combinato una
dozzina per un mese. Sto in ansietà delle sue nuove e di quelle
della Mamma e dei fratelli, e vorrei sapere se è partito da Reca-
nati il Governatore,5 molte pazzie del quale mi sono state rac-
contate a Pesaro da’ suoi stessi amici, che nondimeno si sono
maravigliati di sentir quelle che io raccontava, fatte a Recanati.
Gli occhi affaticati dal sole e dalla vigilia, non mi permettono
per questa volta di esser più lungo. La prego con tutto il cuore
a dire in mio nome le più tenere cose alla Mamma, ai fratelli,
e in particolare a se stesso, al quale baciando la mano, domando
la benedizione, e mi ripeto col maggior affetto possibile al mondo
Suo amoroso figlio Giacomo |
1067. |
Di Monaldo Leopardi. |
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Recanati 29. Aprile 1827. |
Mio Carmo Figlio
Dalla cara vra 27. corr.e ho sentito con somma consolazione che
avete fatto buon viaggio e state bene. Già mi lusingavo che il moto
vi avrebbe più giovato che nociuto, e non temevo che dovesse tor-
narvi la stitichezza, la quale vi molestò nell’anno scorso come inco-
modo avventizio, e straordinario, e non già come effetto di causa o
vizio permanente negli intestini. Non ve ne mettete in alcuna appren-
sione, e piuttosto prevenitela con dosi discrete di rabarbaro. Assicu-
ratevi Figlio mio che in tutti, ma segnatami negli uomini di talento
e di immaginaz.c, la fantasia per troppo prevedere i mali li produce
non raramente, e che un poco di balordaggine non è un ingrediente
pessimo nella composizione della vita. Poiché siamo di spirito e corpo,
bisogna accordare anche a questo la parte sua, e vivere qualche poco
alla carlona, mangiando e dormendo quando e quanto il corpo domanda
discretamente, persuadendoci che la ragione deve guidare l’istinto, ma