Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/71

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1065. Di Giuseppe Grassi.
[Torino 24 Aprile 1827.]

Chiarissimo Signore La soave memoria di V. S. Chiariss. mi suona ancora così dolce al cuore, che a malgrado del nostro lungo silenzio e di tutte le folgori che la fortuna mi ha scagliato addosso, desidero tuttavia ardentemente di dargliene qualche segno, onde confermarle la mia reverenza e il mio non mutevole affetto. Afferro perciò con avidità l’occasione che mi si offre di un intimo amico mio l’abate Leone che viene in Bologna per rivedere questa nobile città d’Italia, e gli affido questa lettera, che le ricorderà il mio nome e la mia servitù: se V. S. Ch. vorrà essere cor- tese all’esibitore della presente di una risposta, Ella mi sarà graditis- sima, e l’avrò come pegno di gentile amicizia, unico mio conforto in questi tempi sciagurati. Sono con verace sentimento di tutta devozione di V. S. Chiarissima Umilino e devotiss. servitore Grassi. Torino 24 Aprile 1827.

1066. A Monaldo Leopardi.
Bologna 27 Aprile 1827.

Carissimo Sig. Padre. Arrivai qua in Bologna ieri Giovedì, a tredici ore e mezza,1 dopo un viaggio ottimo veramente, e che fuor dell’incomodo e della noia inseparabili dal viaggiare, non mi ha cagionato nes- sun’alterazione nella salute; neppur la difficoltà del ventre, che io teneva per inevitabile. Amato2 mi lasciò a Pesaro, ma mi lasciò con miglior legno, migliori cavalli, e miglior vetturino, 11 quale mi ha condotto qua più di mezza giornata prima che non avrebbe fatto un altro. Vidi a Sinigaglia la zia Eleonora