1065. |
Di Giuseppe Grassi. |
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Chiarissimo Signore
La soave memoria di V. S. Chiariss. mi suona ancora così dolce al
cuore, che a malgrado del nostro lungo silenzio e di tutte le folgori
che la fortuna mi ha scagliato addosso, desidero tuttavia ardentemente
di dargliene qualche segno, onde confermarle la mia reverenza e il mio
non mutevole affetto. Afferro perciò con avidità l’occasione che mi
si offre di un intimo amico mio l’abate Leone che viene in Bologna
per rivedere questa nobile città d’Italia, e gli affido questa lettera, che
le ricorderà il mio nome e la mia servitù: se V. S. Ch. vorrà essere cor-
tese all’esibitore della presente di una risposta, Ella mi sarà graditis-
sima, e l’avrò come pegno di gentile amicizia, unico mio conforto in
questi tempi sciagurati.
Sono con verace sentimento di tutta devozione
di V. S. Chiarissima
Umilino e devotiss. servitore
Grassi.
Torino 24 Aprile 1827.
1066. |
A Monaldo Leopardi. |
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Carissimo Sig. Padre.
Arrivai qua in Bologna ieri Giovedì, a tredici ore e mezza,1
dopo un viaggio ottimo veramente, e che fuor dell’incomodo
e della noia inseparabili dal viaggiare, non mi ha cagionato nes-
sun’alterazione nella salute; neppur la difficoltà del ventre, che
io teneva per inevitabile. Amato2 mi lasciò a Pesaro, ma mi
lasciò con miglior legno, migliori cavalli, e miglior vetturino,
11 quale mi ha condotto qua più di mezza giornata prima che
non avrebbe fatto un altro. Vidi a Sinigaglia la zia Eleonora