sentire quand’Ella sarà per trasferirsi colà. Qui siamo ritornati in
inverno. Che almeno sia buono il maggio, e pel mio viaggetto desi-
dero che lo sia anche il giugno, in cui avrò il sommo conforto di rive-
derla, di abbracciarla, e di stare tutto quel più di tempo che potrò con
lei; e già come se io fossi ritornato fanciullo, pensando a ciò, son pieno
di giubilo sin da questo momento.
Presto le darò nuova del seguito matrimonio del mio Luigi. Intanto
in nome suo e di tutto il resto della mia famiglia la riverisco unita-
mente alla sua e me le confermo quale sarò sempre
Cordialiss. am.co suo e serv.lc
Ant.° Fort.0 Stella
1064. |
Di Michelangelo Lanci. |
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Chiarissimo signore
Rispondo solamente per ringraziarla della gentilezza, che meco usa
nell’accettare il mio dono, perchè non posso dilungarmi, siccome vor-
rei, sendo ora nella mia più forte occupazione. Stamperò nelle vacanze
tre Opuscoli riuniti in uno; e spero chiuder la bocca agli Egittoma-
niaci. Ilo trovato il secreto, che Mosè pose sul Sinai tra le scritture
ebraiche, e negli Urim, e Tumin; secreto, che venia dalle scritture egi-
ziane: e mostrerò quante cose abbisognano all’intelligenza de’ misterj
di egitto. Il quale mio travamento mi consola, perchè vedo co’ fatti,
che le opposizioni mie al sistema dello Champollion eran giuste, e tor-
nano a confermarsi. Vi sarà pure la illustrazione de’ frammenti fenicj,
una teoria nuova ad intendere infiniti passaggi di Bibbia, che sem-
brano avvolgersi in contraddizione; il Candelabro mosaico nella sua
vera forma; e le Colonne del portico di Salomone, e le vestimenta del
Sommo Sacerdote, non mai comprese da’ sacri commentatori; con que-
sto lavoro, che chiude tirando un doppio velo su’ geroglifici egiziani,
darò un perpetuo addio a questi filologici studj.
Mi onori di alcun suo comando, e recandosi a Bologna mi saluti
l’Orioli, che si fà cattedratico pur dell’Egitto; sono
Dmo Affmo Servitore
Michelangelo Lanci
Roma 23. Aprile 1827.