Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/69

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avesse luogo il mandarti una lettera che parlava del Carnevale. Ora finalmente ti scrivo per salutarti prima della mia partenza, che sarà dopo dimani, per Bologna, donde fo conto di passare a Firenze, e starvi tutta l’estate. Spero che di tempo in tempo tu vorrai darmi nuove di te e de’ tuoi studi: so bene che ogni tua lettera mi sarà carissima, perchè io t’amo sempre come uomo egregio, e ti stimo come raro ingegno. Si è veduto qui un arti- colo sopra il Saul rappresentato costì, nel quale articolo alcuni hanno creduto scoprir la tua penna. Che ho da dire? si appon- gono o non si appongono? Io, da più mesi, sono guarito affatto di quel male degl’intestini; se non torna. Ogni ora mi par mil- l’anni di fuggir via da questa porca città, dove non so se gli uomini sieno più asini o più birbanti; so bene che tutti son l’uno e l’altro. Dico tutti, perchè certe eccezioni che si conterebbero sulle dita, si possono lasciar fuori del conto. Dei preti poi, dico tutti assolutamente. Quanto a me, la prima volta che in Reca- nati sarò uscito di casa, sarà, dopo dimani, quando monterò in legno per andarmene: sicché mi hanno potuto dare poco fasti- dio. Addio, caro Puccinotti; voglimi bene, e scrivimi; e salu- tami la Franceschi se si cura de’ miei saluti. Il tuo Leopardi 1063. D1 Antonio Fortunato Stella. Milano 21 ap.le 1827. Amico amatiss.mo Le confermo la mia del 7, e l’avviso che ho ricevuto le prove di stampa che le aveva mandate. Mercordì pross. le ne manderò delle altre, ed oggi otto ancora. Ora vengo al mio viaggetto che fo assai più in contemplazione di Lei che di altro. Secondo il computo di probabilità da me fatto, vedo che non potrò muovermi di qui che il dì r.° di giugno, per trovarmi in Bologna il dì 5 al più presto, giacché dovrò necessariamente fer- marmi e in Parma e in Modena. Ella così, io credo, avrà tutto l’agio di dar compimento alla sua Antologia in Bologna. Intanto mi sarà caro