Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/756

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non ho mai cessato di pensare a Voi. Chiedete mille scuse per me all’egregio M. Mablin: non ho voluto servirmi d’altra mano per ringraziarlo, riserbandomi a farlo di mio pugno il più pre- sto che potrò.5 Datemi distesamente le vostre nuove, del desi- derio delle quali sono impazientissimo, e non vi stancate di amare il vostro sempre amantissimo e gratissimo G. Leopardi Firenze 18 Aprile 1833

1859. A Paolina Leopardi.
[Firenze! 6 Mag. [1833]

Pilla mia cara. Una mia di 2 righe, sventuratamente equivo- che, ad un mio amicissimo a Roma,1 il quale corse qua col cor- riere, ha cagionato a voi altri quel che sapete, ed a me l’indici- bile dolore di sentir la tua a Vieusseux. Care mie anime, vede Iddio ch’io non posso, non posso scrivere: ma siate tranquillis- simi: io non posso morire: la mia macchina (così dice anche il mio eccellente medico) non ha vita bastante a concepire una malattia mortale. Vi lascio per forza, abbracciando tutti con immensa tenerezza. Dammi subito le nuove di tutti per mia quiete. - Sii anche certissima che in ogni caso grave non vi mancheranno mai ami- chevoli informazioni di qua.

1860. A Charlotte Bonaparte.
[Florence 17 Mai 1833]

Madame la Princesse, J’ai re9u de M. le due d’Aquino votre charmante lettre, et je vous fais les remercimens les plus sinceres et les plus vifs du souvenir que Vous aver la bonté de me conserver. Il est vrai que Vous n’ètes pas bonne quand Vous dites que Vous croyez