non ho mai cessato di pensare a Voi. Chiedete mille scuse per
me all’egregio M. Mablin: non ho voluto servirmi d’altra mano
per ringraziarlo, riserbandomi a farlo di mio pugno il più pre-
sto che potrò.5 Datemi distesamente le vostre nuove, del desi-
derio delle quali sono impazientissimo, e non vi stancate di amare
il vostro sempre amantissimo e gratissimo
G. Leopardi
Firenze 18 Aprile 1833
1859. |
A Paolina Leopardi. |
|
Pilla mia cara. Una mia di 2 righe, sventuratamente equivo-
che, ad un mio amicissimo a Roma,1 il quale corse qua col cor-
riere, ha cagionato a voi altri quel che sapete, ed a me l’indici-
bile dolore di sentir la tua a Vieusseux. Care mie anime, vede
Iddio ch’io non posso, non posso scrivere: ma siate tranquillis-
simi: io non posso morire: la mia macchina (così dice anche il
mio eccellente medico) non ha vita bastante a concepire una
malattia mortale. Vi lascio per forza, abbracciando tutti con
immensa tenerezza.
Dammi subito le nuove di tutti per mia quiete. - Sii anche
certissima che in ogni caso grave non vi mancheranno mai ami-
chevoli informazioni di qua.
1860. |
A Charlotte Bonaparte. |
|
Madame la Princesse,
J’ai re9u de M. le due d’Aquino votre charmante lettre, et
je vous fais les remercimens les plus sinceres et les plus vifs du
souvenir que Vous aver la bonté de me conserver. Il est vrai
que Vous n’ètes pas bonne quand Vous dites que Vous croyez