Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/763

Da Wikisource.

tera mi giunse in villa soltanto jeri che era il Sabato, cioè il giorno che ella aspettava in Firenze la risposta: perdoni dunque la colpa, che- pure è della mala fortuna. Scrivendo al Giordani me lo riverisca, r qualche volta mi dia notizie della salute di Lei, e de’ suoi studi, chi- mi farà cosa carissima.

Suo devmo Serv.e ed Amico
Paolo Costa
1868. A Giuseppe Manuzzi.
Firenze, 18 luglio 1833.

Pregiatissimo amico, Io partirò da Firenze fra otto o dieci giorni al più. Prima di partire avrei desiderato molto di rive- derla, e molto le avrei parlato delle sue belle iscrizioni. Non isperando di poterlo fare a voce, glie ne rendo grazie infinite per iscritto, e con questa occasione la prego a voler vedere che il Passigli mi mandi prima della mia partenza la piccola somma dei quindici o venti zecchini ch’io gli chiesi in compenso del noto manuscritto;2 la quale, partito ch’io fossi, difficilmente o in nessun modo riscuoterei. Avrò questa cosa da lei per gran favore; e vicendevolmente desidero ch’ella mi adoperi ora e sem- pre dovunque io vaglia a servirla. E con tutto il cuore la saluto e l’abbraccio.

1869. A Monaldo Leopardi.
Firenze 1 Settembre 1833.

Mio caro Papà. Alla mia salute, che non fu mai così rovi- nata come ora, avendomi i medici consigliato come sommo rime- dio l’aria di Napoli, un mio amicissimo1 che parte a quella volta ha tanto insistito per condurmi seco nel suo legno ch’io