discuta e si definisca a voce in una o più sessioni per comune inte-
resse. Nulla vi nascosi de’ fatti miei. Oltre quel che cennai a voce,
specialmente al Sig. D.n Carlo sulle mie circostanze, la Memoria, che
vi rimisi vi palesa tutta l’economica mia situazione. Le calamità gene-
rali de’ tempi, lo stato di questo infelicissimo paese incapace d’im-
prese nobili e generose, le mie circostanze rese più gravi per l’attual
mia infermità, tutto con estrema franchezza io vi dissi. Ma niuno che
ha lavorato sino a questo momento per l’Ateneo conseguir deve nè
manco un grano da me. Io ho pagato e pago tutti esattissimamente.
Pochi intriganti mi calunniano, ed usano cabale e raggiri per distrug-
gere il mio Stabilimento. Ciò malgrado, è incontrastabile, attenendoci
a’ fatti, che io sono stato sin ora onesto uomo. Ho adempiuto sin oggi,
ed adempirò, finche [sìc\ avrò vita, i miei impegni.
Sono con la più distinta stima e considerazione
Devmo Sc Obbl.
Nicola Cornerei
Signori
Conte D." Giacomo Leopardi
D." Carlo Troja
D.” Antonio Ranieri
Città
1877. |
Di Adelaide Maestri. |
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Mio caro Leopardi. Provo infinita pena dovendovi recare una dolo-
rosa notizia. È stato arrestato l’ottimo Giordani pochi giorni sono in
questa città, con grande afflizione di tutti. Di quella che noi pro-
viamo non parlo; potrete facilmente misurarla dall’animo vostro. Si
dice che la sua detenzione non potrà essere di lunga durata; ma chi
può saperlo con certezza? Quel che è certo si è che il motivo non è
olitico; sarebbe una lettera di censura a Magistrati. Posso assicurarvi
che, tranne il miglior de’ beni, la libertà, nulla gli manca. Che con-
serva tranquillità di spirito, e, fin qui, sufficiente salute. Io mi tro-
vava combattuta dal bisogno di scrivervi, pel desiderio che ho vivis-
simo d’avere vostre notizie, e quello di risparmiarvi una pena non lieve,
ma ho vinto questi riguardi anche pel timore che tale nuova potesse