Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/770

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discuta e si definisca a voce in una o più sessioni per comune inte- resse. Nulla vi nascosi de’ fatti miei. Oltre quel che cennai a voce, specialmente al Sig. D.n Carlo sulle mie circostanze, la Memoria, che vi rimisi vi palesa tutta l’economica mia situazione. Le calamità gene- rali de’ tempi, lo stato di questo infelicissimo paese incapace d’im- prese nobili e generose, le mie circostanze rese più gravi per l’attual mia infermità, tutto con estrema franchezza io vi dissi. Ma niuno che ha lavorato sino a questo momento per l’Ateneo conseguir deve nè manco un grano da me. Io ho pagato e pago tutti esattissimamente. Pochi intriganti mi calunniano, ed usano cabale e raggiri per distrug- gere il mio Stabilimento. Ciò malgrado, è incontrastabile, attenendoci a’ fatti, che io sono stato sin ora onesto uomo. Ho adempiuto sin oggi, ed adempirò, finche [sìc\ avrò vita, i miei impegni. Sono con la più distinta stima e considerazione Devmo Sc Obbl. Nicola Cornerei Signori Conte D." Giacomo Leopardi D." Carlo Troja D.” Antonio Ranieri Città

1877. Di Adelaide Maestri.
[Parma 13 Marzo 1834]

Mio caro Leopardi. Provo infinita pena dovendovi recare una dolo- rosa notizia. È stato arrestato l’ottimo Giordani pochi giorni sono in questa città, con grande afflizione di tutti. Di quella che noi pro- viamo non parlo; potrete facilmente misurarla dall’animo vostro. Si dice che la sua detenzione non potrà essere di lunga durata; ma chi può saperlo con certezza? Quel che è certo si è che il motivo non è olitico; sarebbe una lettera di censura a Magistrati. Posso assicurarvi che, tranne il miglior de’ beni, la libertà, nulla gli manca. Che con- serva tranquillità di spirito, e, fin qui, sufficiente salute. Io mi tro- vava combattuta dal bisogno di scrivervi, pel desiderio che ho vivis- simo d’avere vostre notizie, e quello di risparmiarvi una pena non lieve, ma ho vinto questi riguardi anche pel timore che tale nuova potesse