Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/794

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La prego a farmi cognita per mezzo dell 'indirizzo Manni il luogo di sua abitazione, onde trattare seco lei per la disposizione della edi- zione, e per la scelta dei caratteri, poiché il mio desiderio è che tutto sia conforme alla sua volontà, onde contraccambiarla, in parte, della gentilezza che mi fa. Sono in tanto

Suo dev. Serv.c
Calamandrei

21 Maggio

1904. Di Antonietta e Giacomo Tommasini.
Parma 30 Maggio 1835.

Mio Caro Leopardi lo ringrazio vivamente Iddio per avermi, dopo due lunghissimi anni, concesso di leggere i vostri caratteri. Non posso nascondervi che in tutto questo tempo sono vissuta nella crudele incertezza della vostra amicizia, e questo stato tormentoso mi costringeva più d’una volta a lagrimare di dolore. Ora però ho dato interissimo bando ad ogni dolo- rosa reminiscenza; e mi vivo contenta nel pensiero che il santo nodo che avvince le nostre anime, non sarà disciolto che col cessare dell’e- sistenza. Col mezzo del Bibliotecario Pezzana1 riceverete due miei libretti, uno de’ quali da qualche tempo stampato per la terza volta con alcune aggiunte; l’altro recentemente, che tratta della famigliare educazione de’ fanciulli. Mi terrei paga oltremodo d’ogni mia fatica se potessero questi due opuscoli essere accolti dal vostro cuore con amorevolezza. Non vi esprimerò un altro fervente mio voto, quello di conoscere che ne pensiate, giacché li so indegni di un tanto favore. Sento con piacere inesprimibile che la vostra salute è migliorata, dac- ché siete a Napoli; di modo che voi potete leggere, pensare, e scri- vere. Io mi faccio interprete dei voti dell’Italia, e vi prego caldissima- mente a non movervi di costà; vi faccio riflettere quale grandissimo danno apporterebbe alla gloria Italiana il non poter più Leopardi con- segnare nuovi componimenti alla stampa. Ditemi di che vi occupate di presente, e non tacete nulla di ciò che vi riguarda alla vostra vera amica. Giordani, Toschi, Taverna stanno bene, e cordialmente vi rin- graziano della memoria che conservate di loro. Il povero Colombo è