Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/797

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che via indiretta; ma non essendomi sovvenuto per il momento alcun mezzo opportuno a questo effetto, e non conoscendo il nome del vostro banchiere costì, debbo pregarvi a perdonarmi anche questa specie d’inciviltà.

Vostro devotiss. obbligatiss. servitore ed amico
Giacomo Leopardi

Napoli 20. Giugno 1835.

1906. Di Karl Bunsen.
[Villa Piccol. a Frascati li 5 Luglio 1835.]

Amico carissimo Vi ringrazio che avete pensato a me e che avete giudicato bene della costanza dei miei sentimenti verso di Voi. Da diversi mesi avevo più sovente dell’ordinario pensato a Voi, raggirando i miei pensieri per trovare un mezzo di farvi capitare una mia lettera. La lettura delle Vostre opere filosofiche1 m’aveva ispirate alcune idee che desideravo comunicarvi. Per confessarvelo francamente, non vi ritrovo in molte parti il mio antico platonico, ma bensì l’osservatore acuto e ipocon- driaco dell’ipocrisia degli uomini, della viltà dei caratteri del nostro tempo, dell’abuso che si fa dei nomi eternamente sagri di virtù, di amor patrio, di religione. Vorrei che lasciaste alla Vostra nazione una opera filosofica che non si risentisse tanto della Vostra malinconia di dover vivere in tali tempi. Alla vista dei vostri cari caratteri mi venne la spe- ranza di sapere dove vi trovaste: mà questa è la sola cosa che in essi desidero che vi manchi il Vostro indirizzo. E inutile il dirvi che ho onorato con vero piacere la vostra cambiale. Dio Vi conservi! Oggi non ho tempo che per queste povere righe, giac- che [sic] sento che il Sig. D.re Schulze2 parte domani mattina. Scrive- temi qualche parola come state, e cosa state facendo. Vi rinuovo i miei ringraziamenti di aver fatto quello che in simili circostanze non dubi- terei mai di fare verso di Voi. Amatemi come Vi ama e Vi amerà sempre Vostro sincero amico Bunsen Villa Piccol. a Frascati li 5 Luglio 1835.