Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/81

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mente perchè non è stampatore che ciò sapesse -2 II Giordani non istà male, come mi si disse, ma mi pare sempre il medesimo: gli ho detto le mille cose da parte tua, ed egli ti risaluta con tenerezza d’af- fetto - Non so quanto io starò a Firenze ma il certo poco - Scrivimi di te e delle cose tue, che mi sono tanto a cuore. Dimmi a un bel circa quando si leggeranno da tutti i tuoi Dialoghi così rigorosi di filosofia e ornati di stile. Scrivimi pure se quella Contessa 5 mette fine al suo cinguettio; a me parrebbe buono che tu non la vedessi nè poco nè molto; perchè la mi par una viltà che tu ci vada - Amami, caro Gia- comino, chè io ti amo con tutto il cuore. Il tuo Papadopoli Di Firenze adi 17 Maggio 1827

1079. A Paolina Leopardi.
[Bologna] 18 Maggio [1827]

Paolina mia. Ho ricevuto la tua e di Carlo dei 5, e poi il Raccoglitore colla tua polizza. Stella già sapeva il mio arrivo in Bologna, ma l’avere spedito il Raccoglitore a Recanati, deve essere stato uno sba- glio del suo Uffizio. La stagione anche qui è ottima, e io mi diverto veramente un poco più del solito, perchè grazie a Dio mi sento bene, e perchè quest’essere uscito dall’inverno non mi può parer vero, e non finisce di rallegrarmi; e perchè gli amici mi tirano. Sono stato all’opera già due volte (l’opera si è avuta finora tre sere), e non mai in platea. Ti ringrazio delle nuove di Monsieur Lue.1 Le Brighenti ti salutano tanto, e così fa Giordani a te e a Carlo. Dì a Carlo che mi voglia bene. Saluta- mi Luigi. Abbracciami Pietruccio. A Babbo e a Mamma dì tutto quello che puoi a nome mio. Riveriscimi ancora la March.3 Roberti; e saluta D. Vincenzo. Puoi credere se mi piace che tu ti ricordi tanto di me, come mi scrivi. Ma credi ancora, che quan- tunque più distratto, io non mi ricordo di voi altri niente meno.