Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/82

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Quando avrò veduto Stella, ti darò notizia di quello che io pen- serò di fare, e se mi fermerò qui, o se andrò a Firenze, come desidero, e come ho determinato, se non sarà troppo caldo. Amami, Paolinuccia mia, come io t’amo. Addio addio. Conti- nuami sempre la gazzetta delle novità di Recanati.

1080. A Carlo Pepoli.
[Bologna] 18 Maggio [1827]

Carissimo Pepoli mio. Ti rimando i tuoi libri, Giambullari, Borghini, Serdonati; e te ne ringrazio senza fine. Se con tuo agio potrai farmi avere per pochi momenti il Parini, lo avrò egual- mente caro. Voglimi sempre bene, Pepoli mio carissimo e ama- bilissimo; e comandami qualche volta, per diminuirmi la ver- gogna di usar l’opera tua tante volte. Il tuo Leopardi

1081. Di Antonio Fortunato Stella.
Milano 19 Magg. 1827.

Signore ed Am.co amatiss. Conforme la c.a sua del 13 ho ricevuto le stampe. Questa sera le ne mando delle altre che riceverà col solito mezzo dell’amico Moratti. Se piace a Dio, io conto d’essere a Bologna tra il 6 e il 7 del pross. Questo lo scrivo anche al signor Moratti, che ho pregato d’indicarmi qual sia l’albergo più vicino alla casa di Lei, nel quale vorrei fermarmi parecchi giorni, ma pur troppo non vi potrò star che due o tre al più. Ella non mi ha scritto nulla sull’articolo intorno al suo Petrarca.1 Me ne dirà qualche cosa a voce; così anche sulla copia desiderata dal- l’ab. Vannucci. Mi riverisca il sig. avv. Brighenti, che, il ripeto, conoscerò assai volentieri di persona.