Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/83

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E mad.a Padovani è ancora costì, o è ritornata a Modena? mel può far sapere in un vigliettino, che potrà riporre entro le stampe, o con- segnarlo al Moratti. Io già non mi moverò di qui che il dì i.° del pross. mese. Tutta la mia famiglia, e principalm.e Luigi, già divenuto marito, la riveriscono di cuore. Io l’abbraccio teneramente. Il suo vecchio cord."'1’ am.“ e servo Ant.° Fort.0 Stella

1082. Ad Antonio Papadopoli.
Bologna 21 Maggio [1827]

Carissimo mio Papadopoli Ti sono propriamente grato della tua letterina rendutami da Rangoni, e delle ricerche che hai fatte della edizione che io1 desiderava, e delle cose dette a Giordani in mio nome. Mi con- forta infinitamente l’intendere da te e dalla Contessa, che tu stai bene. Ancor io sto bene (poiché tu me ne domandi), e proc- curo di divertirmi. Dei dialoghi che vuoi che ti dica? mancano ancora tre fogli a finir la stampa, e questi si aspettano d’ordi- nario in ordinario, ma non si veggono: la casa Stella è sottoso- pra per le nozze del primogenito. Come mai ti può capire in mente che io continui d’andare da quella puttana della Malvezzi? voglio che mi caschi il naso, se da che ho saputo le ciarle che ella ha fatto di me, ci sono tornato, o sono per tornarci mai; e se non dico di lei tutto il male che posso. L’altro giorno, incon- trandola, voltai la faccia al muro per non vederla. Salutami di nuovo Giordani, e digli che se la salute mi dura, sono determi- nato al tutto di rivederlo questa estate. Scrivimi qualche volta, caro mio Papadopoli, e dammi notizia de’ tuoi viaggi, de’ tuoi studi, de’ tuoi pensieri. Voglimi sempre bene, e credimi ch’io te ne vorrò finch’io vivo. Addio addio. Il tuo Leopardi