E mad.a Padovani è ancora costì, o è ritornata a Modena? mel può
far sapere in un vigliettino, che potrà riporre entro le stampe, o con-
segnarlo al Moratti. Io già non mi moverò di qui che il dì i.° del
pross. mese.
Tutta la mia famiglia, e principalm.e Luigi, già divenuto marito,
la riveriscono di cuore. Io l’abbraccio teneramente.
Il suo vecchio cord."'1’ am.“ e servo
Ant.° Fort.0 Stella
1082. |
Ad Antonio Papadopoli. |
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Carissimo mio Papadopoli
Ti sono propriamente grato della tua letterina rendutami da
Rangoni, e delle ricerche che hai fatte della edizione che io1
desiderava, e delle cose dette a Giordani in mio nome. Mi con-
forta infinitamente l’intendere da te e dalla Contessa, che tu
stai bene. Ancor io sto bene (poiché tu me ne domandi), e proc-
curo di divertirmi. Dei dialoghi che vuoi che ti dica? mancano
ancora tre fogli a finir la stampa, e questi si aspettano d’ordi-
nario in ordinario, ma non si veggono: la casa Stella è sottoso-
pra per le nozze del primogenito. Come mai ti può capire in
mente che io continui d’andare da quella puttana della Malvezzi?
voglio che mi caschi il naso, se da che ho saputo le ciarle che
ella ha fatto di me, ci sono tornato, o sono per tornarci mai;
e se non dico di lei tutto il male che posso. L’altro giorno, incon-
trandola, voltai la faccia al muro per non vederla. Salutami di
nuovo Giordani, e digli che se la salute mi dura, sono determi-
nato al tutto di rivederlo questa estate. Scrivimi qualche volta,
caro mio Papadopoli, e dammi notizia de’ tuoi viaggi, de’ tuoi
studi, de’ tuoi pensieri. Voglimi sempre bene, e credimi ch’io
te ne vorrò finch’io vivo. Addio addio.
Il tuo Leopardi