di cotesti luoghi, mi dia tanta consolazione. Abbraccio i fra-
telli, e assicurandola di nuovo che la mia posizione qui è, poco
meno che fuori di pericolo, con effusione di cuore mi dico
Suo affettuosissimo figlio Giacomo |
1947. |
Di Antonietta e Giacomo Tommasini. |
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Carmo Amico
La vostra lettera mi fu carissima. Da molto tempo io desiderava
vostre novelle; ma ora, con quel terribile flagello che avete costì, a
me ed a tutti gli amici vostri riuscirono indispensabili. Io vi prego
quanto so di non lasciarmi nel più vivo dolore con un lungo silenzio!
Scrivetemi qualche riga, al meno finché finisca il Cholera, e Dio voglia
che ciò sia al più presto. - Vi dirò poi ch’io sono oltremodo sfortu-
nata. Non ho mai ricevute da voi due righe, quantunque vi abbia scritto
replicatamenle; ed anche que’ miei libretti ve li ho spediti più volte.
Vi sono gratissima per ciò che avete fatto; sopra le mie tenui operic-
ciuole troppo si è scritto; ma io vengo animata assai più da questo amo-
revole atto vostro - Tutti, dotti e indotti, parlano, ed aspettano con
ansietà la venuta delle nuove poesie di che avete fatto dono all’Italia.
E che penserete di noi e di Giordani? Ne abbiamo fatta ricerca in tutti
que’ luoghi nei quali potevano trovarsi, ma pur troppo inutilmente
- A Giordani non è giunto quell’esemplare che voi gli spedivate, e
ne prova un dispiacere eguale al nostro. Io vi supplico di spedirmele;
e di unirle, se non vi spiace, alla Storia del Sig.r Ranieri2 alla quale
mi scriverete, offerendo un rispettoso mio saluto al dottissimo autore.
Addio, mio buon amico. Ricordatevi di chi tanto vi ama. Ricevete cor-
dialissimi voti, e saluti
Dalla vostra affma
Antonietta Tommasini
Amico Carmo
Anche a me sono state carissime le vostre nuove, e mi sarà pure
assai caro l’essere assicurato che l’attuale epidemia del Colèra abbia