Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/86

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essere cautelato. Molli vi salutano, ed io renderò a tutti i saluti vri. Noi stiamo bene. Abbiatevi riguardo, e vi abbraccio, e vi benedico con tutto il cuore Il vro Affmo Padre.

1085. A Giuseppe Grassi.
[Bologna 23 Maggio 1827]

Chiarissimo Signore Poche cose possono riuscirmi così care, come mi è riuscita la sua gentilissima lettera dei 24 di Aprile, dalla quale ho cono- sciuto queU’affettuosa memoria che Ella serba di me. Le ne rendo grazie senza numero e senza fine; come anche me le professo gratissimo della conoscenza che Ella mi ha proccurata del Sig. Ab. Leone, uomo singolarmente colto e gentile, e degno dell’a- micizia sua: col quale avrei desiderato potermi trovare più lun- gamente, ed avere occasione di servirlo, secondo la mia facoltà, in qualche cosa. E qui ed altrove, spesse volte, io aveva doman- dato notizia di Lei a chiunque mi era occorso che paresse doverne sapere; ed era stato informato di quel che Ella ha avuto a sof- frire dalla fortuna. Non ardisco prendere a consolarla: so che la fortezza del suo animo è uguale alla malignità della sorte: della quale, non meno di Lei, hanno a dolersi i buoni Italiani, essendo stati privati finora per lungo tempo del frutto de’ suoi studi e della sua dottrina. Poiché Ella mostra desiderare il conforto dell’amicizia, io le giuro che l’amicizia mia verso Lei (se però l’amicizia mia vai nulla) sarà sempre ferma e calda, come è ferma quella stima che meritano l’ingegno e le virtù sue, e che io le ho da gran tempo. Ella mi conservi l’amor suo; e se alcuna volta mi porgerà occasione di mostrarle coi fatti quello che io le porto, mi farà la cosa più grata che Ella mi possa fare dopo l’amarmi. Sono e sarò sempre con tutto l’animo

Suo devotiss. obbligatiss. servitore
G. Leopardi

Bologna 23 Maggio 1827