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328 capitolo xv — § 99

in infiniti rettangoloidi parziali infinitesimi. In ciascuno di essi la si può considerare come costante; cosicchè il lato opposto all'asse delle si può considerare come un segmento parallelo all'asse delle . L'area di tale rettangoloide parziale è perciò ; e il rettangoloide totale ha quindi per area                 c.d.d.

) Ma osserviamo un po' più precisamente le locuzioni sopra esposte. La frase Dividiamo in infiniti intervallini infinitesimi traduce proprio la stessa idea che noi enunciamo dicendo: Dividiamo in intervallini , che facciamo tendere a zero ossia che rendiamo infinitesimi (facendono contemporaneamente crescere il numero all'infinito).

Più istruttivo è invece l'esame della seconda parte delle precedenti definizioni e dimostrazioni. Vi si dice: In ciascuno degli intervalli infinitesimi la si può considerare come costante. Fig. 38.Da un punto di vista empirico questa asserzione si potrebbe giustificare così (fig. 38). Se, p. es., i segmentini sono i più piccoli segmenti che noi riusciamo a disegnare, e se noi al pezzo della curva , che si proietta in uno dei tali segmentini , sostituiamo il segmento paralelo all'asse delle tirato da , e che è rappresentato da un'equazione

,

seguito, se vogliamo, dal segmentino , la spezzata così ottenuta coincide quasi con la nostra curva, in quanto che il nostro occhio può forse appena distinguere la curva della spezzata.

Ma d'altra parte, quando si considera in la come costante, si costituisce, il rettangolo, che ha per base e per lato opposto il segmento , al rettangoloide parziale che ha per base ; e si trascura così il triangoletto curvilineo . Vediamo come si può prevedere in modo diretto che il trascurare tali triangolini non conduce ad errori. Supponiamo per semplicità che abbia l'intervallo un minimo . Il triangolino è evidentemente interno al rettangolo, che ha per