Pagina:Lorenzo de' Medici - Opere, vol.1, Laterza, 1913.djvu/55

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ii - comento sopra alcuni de’ suoi sonetti 49

essere fatta, cioè che gli occhi qualche volta ancora loro piangono; e questo pare contro alla felicitá, la quale il cuore afferma essere negli occhi, e però dice che, se pure gli occhi piangono, questo non procede per cagione d’alcuna pena loro, ma da dolore e desiderio del cuore, il quale per la via delle lacrime sfoga una parte del suo dolore. Poi, rivoltatosi a loro, gli priega che loro prieghino Amore che faccia pietosa la donna nostra, ed a questo gli debbe muovere non solamente la compassione della miseria del cuore, ma ancora la speranza di maggior bene degli occhi, perché, aggiugnendosi pietá nella donna mia, Amore sará tranquillo, cioè il desiderio della bellezza sará adempiuto, né piú molesterá il cuore. Ed in questo caso il sole, cioè gli occhi e bellezza della donna mia, sará molto piú bello agli occhi, e tanto piú bellezza vedranno, quanto la pietá la fará maggiore. Pare molto conveniente in confermazione di quello che abbiamo detto, che il cuore sia cagione delle lacrime, narrare come naturalmente le lacrime procedono piú tosto dal cuore che dagli occhi, ed intendere che cagione muove le lacrime, come diremo appresso.

Secondo i fisici, nel cuore nascono tutte le perturbazioni d’allegrezza, di dolore, d’ira, di speranza e di timore, e qualunque altra passione; le quali tutte, cosí nate nel cuore per una certa colleganza e conformitá che è tra il cuore e il cervello, subito al cervello sono comunicate. Onde avviene che, quando si comunica con lui o dolore o letizia, il cervello oppresso o vero compresso da alcuna di queste passioni, quasi in se medesimo si ristringe, ed, essendo per natura umido e ristringendosi in guisa d’una spugna piena d’acqua, distilla per gli occhi una parte di quella umiditá, e cosí genera lacrime, le quali sono piú abbundanti in uno che in un altro, secondo che il cervello è piú o manco umido o secco. È cosa manifesta che ancora si piange cosí per allegrezza come per dolore; ma, secondo Aristotile, questa differenzia hanno le lacrime che procedono da letizia da quelle che vengono da dolore: che le lacrime liete sono fredde, le dolorose piú calde. E ne assegna questa ragione: l’allegrezza e il dolore, per essere diverse passioni, fanno molti diversi effetti, perché l’allegrezza

Lorenzo il Magnifico, Opere - i. 4