Pagina:Mantegazza - Elogio della vecchiaia.djvu/21

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che possono anche servire di prefazione xiii

paradosso doveva trovarsi nascosto, come bruco in un frutto, un grosso errore, che si doveva scoprire e distruggere.

Che tu possa campar cent’anni, che tu possa vedere la quarta generazione! E poi si dice che la vecchiaia è la miseria delle miserie, e i vecchi brontolano in coro: felici coloro, che son morti giovani!

Quanto è diverso l’augurio dalla cosa augurata!

Dov’è il bruco nel frutto? Dov’è l’errore? Chi ha ragione dei due? Chi augura a sé e agli altri la vecchiaia o il vecchio, che, avutala, la maledice?

La vecchiaia non è che una fase della vita; e in una vita normale, fisiologica, perfetta, è necessaria come tutte le altre età. Non v’è giornata senza il crepuscolo della sera, e non v’è vita perfetta senza la vecchiaia. Ora, essendo la vita una cosa bella e buona, e che ogni organismo sano difende con tutte le forze del corpo e dell’anima dai nemici che la insidiano, anche la vecchiaia può e deve essere una cosa buona e bella, che abbiamo mille ragioni d’augurare a noi e agli altri.