Pagina:Martini - Trattato di architettura civile e militare, 1841, I.djvu/85

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di fr. di g. martini. 65

modestum totum, benignum et liberalem animadvertimus. Redit ad V. Ex.tias magno quidem amore nostro et totius populi: quem sibi peperit tam ingenii admiratione, quam humianitate multa. V. Ex.tiis gratias agimus, quae hominis ingenii participes nos esse voluerunt. Restat, Ex.mi Domini, ut vobis et vestrae Ex. Reipublicae magnopere gratulamur, quae tam bonum tamque modestum habeat civem, et ita in architectura eruditum, ut parem non habeat tota Italia judicio nostro. Commendamus nos Ex.tiis vestris. Ex nostro Palatio die xviiij augusti 1491.

Antiani et populi et
Vexilliferi iustitiae comunis Lucensis.

Direzione: Ill.mis et Ex.mis D.nis D.nis officialibus Baliae et civitatis Senarum, Patribus nostris obser:

Pareva destino per Francesco il dover ben soventi percorrere la via della inferiore Italia. Non so se negli ultimi giorni del 1491, o nei primi dell’anno seguente, una imbasciata del duca di Calabria richiedevalo un’altra volta alla Balìa di Siena: questa non ci fu conservata, rimane bensì la risposta che detta Balìa indirizzogli il giorno 18 gennaio 1492 (1).

Calabriae Duci scriptum est. «La Ill.a S. V. già più mesi per sue lettere ci ricercò li dovessimo per alcune sue occurrentie servire di Maestro Francesco di Giorgio architectore de la Republica nostra, et concederli licentia, che a la S. V. si conferisse. Noi di bono animo tale licentia li concedemmo per satisfare ad quella, come è debito nostro. Al presente occurrendo due cose importantissime, cioè una, che per essere trovati destructi certi aqueducti per li quali si conduce lacqua ad tucte le fonti de la cictà nostra, che non acconciandosi al presente se incurreria in non piccola spesa, e saria poi impossibile il redurli, e interim la cictà nostra staria senza acqua. L’altra che siamo per fare serrare lo lago nostro, del quale speriamo V. I. S. havere bona informatione, et senza la presentia del prefato Maestro francesco tale cosa non si porria fare: prenderemo sicurtà di quella nel retenerlo per fino ad calende o mezo marzo proximo al più, confi-

  1. Arch. cit., copialettere della rep., vol. CXXI. Gaye, doc. CXLVIII.

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