Pagina:Mattielli - Della vita e degli scritti di Gian Giacomo Mazzolà, Padova, Sicca, 1846.pdf/18

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nostra vita abbiano a rispondere, e a conformarsi all’esempio delle sue rare virtudi. La casa De Angelis, che adunava allora quotidianamente nel suo seno alcuni tra i letterati più chiari di questa città, ogni giorno accoglieva lietissima il Mazzolà, il quale ivi convenia con gli amici, tra cui l’Ab. Ruzzini, il Sibilliato, il Susanetto, dai quali l’egregio cuore di lui ebbe sempre corrispondenza di forte e leale amicizia. Ed ivi rifuggiva quasi a riposo delle sue indefesse fatiche; e il precedeva il racconto e la lode di quelle opere di carità, di quell’ottimo cuore: e ripetevasi spesso com’ei ridonasse salute, e ajuto porgesse a qualche tormentata famiglia. Ma queste lodi si tacevano sempre alla sua venuta, perchè la modestia di lui non avrebbe giammai concesso il suono di sì giuste e riconoscenti parole, il Dott. Celega, a cui era unito co’ più stretti rapporti d’amore, lo desiderava sempre al suo fianco, per apprendere, com’egli ebbe tante volte occasione di significare, la sua prudente riserva, e la tardezza assennata con la quale inchinavasi a nuove teorie nell’esercizio della sua professione. Grato a tanto affetto, il Mazzolà lasciò in retaggio a questo degno suo amico buona parte della voluminosa e scelta sua libreria. Per accennare in brevi parole la bellezza del cuore di lui, dirò finalmente, che figlio a signorile famiglia, Dottore in Filosofia e in Medicina, e più tardi anche in ambe le Leggi, abitando nel centro della città a san Lorenzo, si tolse per proprio consiglio da via sì frequentata, ed elesse per soggiorno la casa Be-