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con filosofico senno la proprietà attiva della materia, e sopratutto la contrattilità della fibra animale. Il mistico materialismo abbracciato dall’illustre Leibniz, i pensamenti ingegnosi dei filosofi medici della Germania grandemente contribuirono ad accreditare le dottrine del sommo Baglivi. Hoffmann, rinunciando alla brillante ma ipotetica imaginazione dello Stahl, amò meglio restringersi ai più generali fenomeni della vita, più tosto che smarrire in sottili e spesso futili disquisizioni, fondate sopra vedute meramente speculative. Con tale divisamento si condusse a commentare il concetto di Baglivi, e a comporre così un ordinato piano di scienza. Ma nel desiderio di vincere lo scoglio dell’ipotesi, in questo ruppe, perchè inteso a togliersi dall’ipotesi spiritualistica di Stahl, avventurò in una supposizione del tutto mecanica, la quale dà fondamento alle di lui concepite dottrine. Le forze materiali all’organismo concesse, nonchè i movimenti per esse determinati, offrono il perno esclusivo, intorno cui l’ingegnoso sistema di Hoffmann costantemente si aggira. Ammise per giunta, darsi qualche possibile lesione negli umori; il quale principio opponendosi direttamente alla sua prediletta teoria, non ebbe nella dottrina da lui professata fortunata accoglienza. Niente più che una machina riguardò il corpo umano, dal cui moto riuscivano tutti i vitali fenomeni: fenomeni interamente soggetti alle leggi dell’ordinaria mecanica. A suo credere, il moto della fibra animale governava esclusivamente le funzioni