Pagina:Meditazioni storiche.djvu/23

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16 meditazione prima.

ma, l’arte, no. L’età che seguì diè la forma e l’arte, ma tolse la virtù, e pervertì la scienza.

VI. Imperciocchè, quest’età principiante più o meno tardi nel secolo XV, la quale gli stranieri chiamano prima, ma noi Italiani non possiamo chiamare se non seconda del risorgimento delle lettere, produsse storie molto bene scritte, con ricerca ed esposizione ben proporzionata delle cause, ma cause molto mal cercate; storie filosoficamente scritte, ma mal filosofiche, cattiva filosofia storica insomma. Fu naturale, fu effetto soprattutto dell’imitazione antica troppo servile. Della quale non è il luogo qui di discernere il buono e il cattivo effetto in tutta la coltura; ma basterà notare che ella non ne viziò niuna parte, quanto la filosofia storica. La filosofia storica antica è tutto diversa dalla cristiana; voler seguir quella in mezzo alla Cristianità, voler adattare quella a’ fatti adempiuti in questa, è contrattempo, inopportunità, error logico e storico il maggior di tutti; perchè è eliminare dal ragionamento o il fatto, o l’importanza del Cristianesimo. E questo errore fu pur fatto da colui, che senz’esso sarebbe certo stato il maggiore de’ filosofi storici moderni, da quel Machiavello, che fu forse men perverso egli che non i tempi suoi, più errante che non perverso. Certo lo storico fiorentino fu precipitato in quel grande errore dalle condizioni, dalle miserie, da’ pregiudizi della sua patria; l’errore di lui fu errore specialmente italiano e fiorentino.1 Ma caddervi poi quasi tutti gli storici filosofici e i filosofi storici italiani e stranieri. Caddevi Vico molto sovente in quella sua Scienza che chiamò nuova, ma che non è insomma se non la antichissima, e troppo antica in lui, della filosofia storica. E caddevi poi Montesquieu in quel suo trattato Della grandezza de’ Romani, che è ordinamento altronde meravigliose ed ampliazione de’ Discorsi del Fiorentino; e caddevi Gibbon in quella sua storia, che è altronde meravigliosa applicazione de’ principii del Fiorentino e del Francese; e ricaddevi que-

  1. L’assomigliare ogni città o repubblica italiana a Roma, e lo sperare e cercare destini eguali, fu errore frequente de’ cittadini e degli storici o cronschisti italiani fin del secolo XIII. I Ghibellini volevano la restaurazione d’un imperio romano; ogni città guelfa, Firenze e Venezia sopra tutte, la restaurazione d’una repubblica quasi romana.