Pagina:Memorie per servire alla vita di Dante Alighieri.djvu/192

Da Wikisource.

di dante alighieri 183

l’assistenza del P. Francesco Antonio Zaccaria Gesuita1. Questa Lettera non tanto serve per indirizzo a Can grande della Cantica intitolata il Paradiso, quanto ancora d’illustrazione di tutta l’Opera; poichè in essa si spiega il disegno, che ebbe in comporla il suo Autore, la forma, ed il titolo della medesima. Qui forse attenderanno da me i lettori, che io tessa la storia delle molte controversie sopra il valore della Commedia, alle quali Benedetto Varchi nel 1570. in circa dette moto col suo dialogo chiamato da lui l’Ercolano dal cognome di Cesare Ercolano, avendolo con lui tenuto in una Villetta donatagli dal Duca Cosimo2, perchè non solamente tali dispute non fecero altro che vagliare, per dir così alla minuta, il merito del Divino Poema di Dante, ma ancora perchè la narrazione delle cose accadute in questa guerra letteraria potrebbe dar motivo di schiarimento a molti punti curiosi; se non che la diligenza grande usata da Monsignor Fontanini nel notare3 tutti quei moltissimi libri, i quali vennero fuori in occasione di essa, e la troppa lunghezza, dalla quale non ci potremmo dispensare volendo riferire minutamente quel tanto, che allora accadde, dovrà servirmi di scusa se ho scansato di entrare nel racconto di tali contese. Basti pure a ciascuno di sapere, che i tanti tentativi di coloro, i quali dietro al mascherato Ridolfo

  1. Nel 1749. tom. 1. pag. 24. e seg. È da avvertirsi che questa impressione non si crede corretta, e che anderebbe collazionata con un cod. Mediceo-Palatino in foglio, e con un altro della Strozziana seg. di num. 1116. in foglio nei quali s’incontra questa medesima epistola.
  2. Ved. l’Apostolo Zeno, nelle annotazioni alla Biblioteca del Fontanini tom. I. pag. 34.
  3. L’Apostolo Zeno nella Prefazione posta in principio delle mentovate sue annotazioni, fra i punti che rileva avere il Fontanini trattato con molta accuratezza nella sua Biblioteca italiana uno è quel tanto che in essa ci lasciò scritto «sopra gli scrittori che s’occuparono in censurare, o difendere i Poemi di Dante, dell’Ariosto, e del Tasso. (Ved. anche il tom. 1. pag. 311. di dette annotazioni).