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fermò un giorno e due notti. Li 27 giugno suddetto, giorno festivo, si portò a sentire la messa al Santuario di Vico. Al dopo pranzo venne in gran tenuta a prender la benedizione in questa Collegiata. Verso sera andò in Castello a far visita al marchese Pallavicini, e a donna Marianna, vedova del cav. Valentino Pallavicini generale d’armata.

All’indomani mattina alle ore quattro si portò di nuovo nella Collegiata a sentir Messa, quindi salì al forte dove esaminò quei resti con interessamento, e s’avviò alla volta di Pollenzo passando per la Pedagera. Seguivano questi augusti viaggiatori in qualità di scudieri il signor marchese d’Angrogna, il cav. La Marmora e il cav. Germagnano.

Nel mese di luglio 1855, queste rovine ebbero un’altra visita principesca per parte di Umberto ed Amedeo di Savoia di cui si parlò nella descrizione della Cappella del forte.


CAPO LXIV.


Repubblica Cisalpina e l’Impero Francese.


Dopo le guerre Napoleoniche si trovò il Piemonte in pessime condizioni, non valse la nuova Cisalpina repubblica concertatasi in Lione dai comizi italiani, sotto la presidenza di Napoleone Buonaparte, a migliorar le sue sorti. La fame fu il primo flagello che ebbero a soffrire i nostri paesi, e si ricorda ancora dai nostri vecchi, il prezzo esorbitante dei commestibili, e lo spettacolo straziante di trovar per le campagne persone d’ogni età, e d’ogni sesso morte di fame colla