Pagina:Meomartini - I monumenti e le opere d'arte della città di Benevento.djvu/405

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dei longobardi e del chiostro e chiesa di s. sofia 373

quel secolo, ma anche per l’immagine che vi si osserva dello stesso Principe in atto di raccomandarsi al suo gran protettore S. Mercurio, come si vede in altre antiche memorie, nelle quali gli autori delle medesime si fecero scolpire o dipingere in positura supplichevole, ecc....». Il De Vita1 è pure di parere che la porta con la lunetta sia avanzo dello antico tempio.



Fig. 5.

Nel canto sinistro di chi guarda vedesi nella lunetta uno stemma in musaico, evidentemente di epoca assai posteriore. È uno scudo a mezzo ovale portante nel suo campo una scacchiera di cani-correnti di marmo bianco e di lapislazzoli, e una banda di marmo rosso in diagonale dal basso di destra all’alto di sinistra. Stefano Borgia suppone che quest’arme si appartenga alla famiglia beneventana Grimaldo, estinta, riscontrandosi, dice egli, l’eguale nel libro manoscritto delle famiglie nobili di Benevento del celebre Mario della Vipera del 1632. Egli aggiunge che Falcone, riferendosi all’anno 1137, nomina un certo Abate Malfrido de Grimaldo, senza spiegare di quale Monastero sia stato Abate. Ora,

  1. Alter antiq. etc. pag. 99.