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374 dei longobardi e del chiostro e chiesa di s. sofia

dice egli, se si potesse documentare che in quell’anno il Malfrido sia stato Abate di S. Sofia, non vi cadrebbe più dubbio che quell’arme si sia appertenuta a lui. Questa indagine il Borgia avrebbe potuto eseguire facilmente, poichè egli si sarebbe potuto giovare delle relazioni col Vaticano per far delle ricerche in quell’Archivio, ove, come dissi1, furono trasportati tutti i documenti di S. Sofia.

Ma, intanto, quell’arme è di fatti della famiglia Patrizia Beneventana de Grimaldo2, della quale è memoria pure nell’antichissimo libro dei morti della Chiesa e Monastero di S. Lupo, ove a carta 14, sotto il dì 26 Marzo del 1198 si legge: Obiit Bartholomeus Filius Nicolai de Grimaldo in loco sacro3. Devesi supporre che, se non quel Malfrido de Grimoaldo, di cui ci parla Falcone, altri della di lui famiglia abbia fatti dei restauri al monumento, per cui vi abbia fatto incastonare il proprio stemma.

Al qual proposito, non ho saputo spiegarmi la contradizione di Pugliese4, il quale, mentre asserisce che il bassorilievo sulla porta sia un avanzo della Chiesa di Arechi, nega poi che sia dell’ottavo secolo (laddove dell’ottavo secolo proprio fu l’opera di questo Principe), adducendo che le più ovvie ragioni di estetica escludono che l’arma vi possa essere stata messa in tempi posteriori, perchè essa occupa uno spazio corrispondente all’altro riempito dalla figura in ginocchio. Io non so se Pugliese abbia visto con i propri occhi, proprio qui sul monumento, l’arma di cui trattasi; ma credo di no, perchè, altrimenti, avrebbe notato chiaramente che essa vi sia stata incastonata posteriormente, tagliando un lembo della rozza cornice che circonda la lunetta.

Chiostro

Vasari e tutta la schiera degli artisti del rinascimento chiamarono barbarici gli stili architettonici che si svolsero per opera del cristianesimo, perchè non vi scorsero il rigido imperio della

  1. Vedi pag. 366 di quest’opera.
  2. Vedi, Manos. Bibliot. di Benevento: Mario della Vipera, Breve descrizione delle famiglie Nobili di Benevento.
  3. Idem Idem Idem.
  4. Op. cit. pag. 33. in nota.