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ATTO SECONDO
SCENA I
Appartamenti reali.
Artaserse e Artabano.
Artaserse. Dal carcere, o custodi, (nell’uscire verso la scena)
qui si conduca Arbace. Ecco adempite
le tue richieste. Ah! voglia il ciel che giovi
questo incontro a salvarlo.
Artabano. Io non vorrei
che credessi, o signor, la mia domanda
pietá di padre o mal fondata speme
di trovarlo innocente. È troppo chiara
la colpa sua: deve morir. Non altro
mi muove a rivederlo
che la tua sicurezza. Ancor del fallo
è ignota la cagione,
sono i complici ignoti: ogni segreto
tenterò di scoprir.
Artaserse. La tua fortezza
quanto invidio, Artabano! Io mi sgomento
d’un amico al periglio;
tu non ti perdi, e si condanna il figlio.
Artabano. La fermezza del volto
quanto costa al mio core! Intesi anch’io