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varianti 223


ATTO SECONDO

SCENA I

Aquilio. Piú oltre, o principessa,

non è permesso il penetrar. Fra poco
verrá Cesare a te. Sa che l’attendi;
non tarderá.
Emirena.   Ti raccomando, Aquilio,
il povero Farnaspe. Egli è innocente:
soccorrilo; procura
che Cesare si plachi.
Aquilio.   E chi placarlo
potrá meglio di te? Tu del suo core
regoli i moti a tuo talento. Ogni altra, ecc.

[mancano le battute 6, 7 e 8 della redazione definitiva]


SCENA II

........................
Sabina. ..................

nelle stanze d’Augusto.
Emirena.   Io venni solo...
Sabina. Lo so, lo so. De’ superati guai
il tuo signor felicitar vorrai.
Emirena. ... supplice ad implorar...
Sabina.   Supplice anch’io
a Cesare vorrei
esporre i sensi miei; ma non pretendo
ch’egli mi preferisca
in concorso con te. Non sará poco
se pur m’ascolta e nel secondo loco.
Emirena. Non piú, Sabina. Oh Dio!
che ingiustizia è la tua. L’amor d’Augusto, ecc.