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Pietre, piante, animali. 103

una zolla, o un ramoscello. L’ufficio di quelle pietre date come viatico al morto, mi ricorda i sassolini di cui s’empie le tasche il fanciullino nano e sapiente nella novellina del Petit Poucet, quando egli si è smarrito coi fratellini nella foresta, mandato a morire dal padre crudele, mandato incontro o in bocca all’orco; per mezzo dei sassolini ch’egli spande per la via, il nano ritrova la casa paterna; anche il morto riceve o prende seco sassolini, per ritrovare, quando discende all’inferno tenebroso, la via luminosa celeste; i riti funebri umani sono reminescenze di riti mitici, di riti funebri solari.

Usi somiglianti si ritrovano fra i Germani, gli Scandinavi, i Celti della Gran Brettagna, gli Afgani, gli Indiani, i Cinesi, i Giapponesi, gli Ottentotti ed altri popoli più selvaggi. Gli antichi Greci1 usavano pure, quando viaggiavano, aggiungere un sasso al mucchio di pietre che si trovava per via, a fine di avere il viaggio sicuro, in onore di Hermes o Mercurio, Dio de’ Viandanti, ma che, in origine, si onorò specialmente non come guidatore dei vivi, sì bene qual ψυχοπομπός ossia guidatore delle anime dei morti. Che un uso somigliante si mantenesse nell’Italia meridionale si può argomentare dal seguente racconto di Servio: «Dicesi che sulla vetta del Gargano si trovino due sepolcri di due fratelli, de’ quali essendo il maggiore fidanzato ad una fanciulla ed il minor fratello tentando rapirgliela, vennero all’armi e ammazzitisi l’un l’altro furono quivi

  1. Cfr. Liebrecht, Zur Volkskunde, 1879, pag. 271.