Pagina:Morselli - L'uccisione pietosa (L'eutanasia), Torino, Bocca, 1928.djvu/137

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il medico percorre in visita le sale del Manicomio, ode taluni pazzi lagnarsi di spaventose crudeltà loro inflitte nella notte da invisibili persecutori: l’allucinazione supera in vivezza qualsiasi sensazione reale, e guai se quei tormenti fossero veri!

In secondo luogo, il dolore non è quasi mai proporzionato alla entità del processo morboso: esso dipende da una folla di circostanze che il più spesso sono estranee alla incurabilità ed inguaribilità delle malattie. Si pongono subito qui le neuralgie che sono infermità di altissimo potenziale per giudicare del temperamento d’una persona, e che non ostante i loro fierissimi spasimi non sono mai letali. Scriveva sempre il Mantegazza: “La lacerazione di un’unghia è assai più dolorosa di una ferita che ci svuota un occhio: il piede di un distratto che ci schiaccia un nostro piede, ci fa strillare assai più di una palla da fucile che ci ha forse forato torace e polmone„. Certe ferite assolutamente micidiali non son dolorose, per esempio quelle del fegato, del cuore, del rene, del cervello. Il dolore, come sentinella d’allarmi, risiede piuttosto nelle parti superficiali del corpo (pelle, mucose, nervi periferici) che non nei visceri più profondi e vitali; e questo è un fatto biologico che sembra dovuto ad un teleologismo in Natura, ma che fu raggiunto per leggi necessarie dalla Evoluzione organica.

Su di un campo di battaglia i lagni più strazianti non sono emessi sempre dai feriti