Pagina:Morselli - L'uccisione pietosa (L'eutanasia), Torino, Bocca, 1928.djvu/202

Da Wikisource.

stiata da mali tormentosi. Converrà in ogni caso cercare di riconvincere il malato che la Medicina non ha certezza di criterî per la inguaribilità delle malattie individualmente considerate; può sbagliare le sue diagnosi, può errare nelle sue prognosi, ma non può mai, pel suo continuo progresso, proclamarsi incapace di curare quei morbi che fin ad un dato momento ha giudicato o giudica irreparabili. Io faccio mie le considerazioni di un dott. G. B., che trattando il nostro tema nel 1913, metteva innanzi l’obbligo del medico di usare del suo ascendente per suggestionare il malato con la speranza della guarigione: soltanto per le agonie ormai dichiarate, egli non escludeva invece l’uso di calmanti che addolciscano il passaggio sopprimendone la coscienza.

Può darsi che questo trattamento psicoterapico raggiunga l’effetto. Io invoco qui la testimonianza, un po’ singolare, se si vuole, sotto la mia penna, delle guarigioni così dette “miracolose„ di malattie giudicate inguaribili. Finchè saranno indecisi i criterî dei diagnostici, finchè il giudizio dei medici davanti ad un qualunque ammalato non sarà almeno concorde, finchè esisteranno casi, massimamente nel campo delle malattie psico-nervose, in cui, per quanta persistenza e gravità possano avere i loro sintomi e patimenti, non è possibile eliminare l’elemento psicogeno come causale, e quindi l’elemento psico-terapico come cura. L’uccidere i sof-