Pagina:Morselli - L'uccisione pietosa (L'eutanasia), Torino, Bocca, 1928.djvu/272

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naturalmente la più sicura e la più ligia al principio della difesa della razza, deve cedere il passo, non solo per ragioni morali e giuridiche, ma altresì per la sua presente pratica inattuabilità, a procedimenti più lenti, più blandi e fors’anco più profondamente efficaci, in quanto penetrano nelle viscere stesse del corpo sociale, e ne investono l’organismo nelle funzioni riproduttive, nelle condizioni di esistenza, nei rapporti con le forze naturali.

L’Eugenica ha così un programma umano: prevenire, non reprimere; tale almeno è il mio parere, e debbo ricordare che io sono stato dei primi, forse il primo in Italia, nell’applaudire alla nascita di questa parte fondamentale della Medicina sociale, così che fino dal Primo Congresso della Società Inglese di Eugenica le portai il modesto contributo della mia opera di antropo-psicologo. Al miglioramento della specie, alla rigenerazione delle razze colpite dai mali che pajono inseparabili dai progressi della Civiltà fin qui basata sul principio della libertà individuale, si deve tendere gradualmente, evolutivamente col diminuire per l’appunto questa libertà, sopratutto in relazione alle unioni sessuali di riproduzione, e in seconda linea col vietare all’individuo il falso diritto di sperperare il proprio patrimonio di energie fisiche e mentali, ad esempio avvelenandosi con alcool, senza dire della lotta da intraprendere sempre più energica contro i grandi fattori della de-