Pagina:Morselli - L'uccisione pietosa (L'eutanasia), Torino, Bocca, 1928.djvu/70

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suna utile funzione e vi vivano da puri parassiti; neanco poniamo limiti efficaci alla loro malsana facoltà di riproduzione; insomma, noi sacrifichiamo il benessere e la salute, l’avvenire della specie e della razza al feticcio della libertà individuale.

È giunto — dicono gli eutanatisti teorici e coerenti — per lo meno a riguardo degli individui esclusi dal processo naturale e sociale dell’Evoluzione umana fisica e morale, cioè per i mostruosi, i deformi irreparabili, gli idioti biopatici e cerebropatici, i cretini, e anche pei criminali incorreggibili, è giunto il momento di domandarsi: — La scienza medica rende davvero un servizio all’Umanità quando protegge e prolunga delle esistenze cotanto inutili e dannose, o, peggio ancora, quando non impedisce la riproduzione di esseri così nefasti allo sviluppo della specie? Non erano forse previdenti quegli antichi e non lo sono quei popoli odierni che destinano a morte le creature nate deformi od imperfette? E non sarebbe conforme alla dottrina ed alle finalità pratiche del progresso umano in tutti i sensi, che venissero eliminati i soggetti inadatti, ora abbandonandoli al loro destino determinato dai processi naturali di eliminazione, ed ora applicando loro un processo razionale ma indoloro di soppressione artificiale?

Ed ecco spuntare il programma di una nuova disciplina medico-sociale, di pura origine scientifica, ma di contenuto essenzial-