Pagina:Morselli - L'uccisione pietosa (L'eutanasia), Torino, Bocca, 1928.djvu/77

Da Wikisource.

noi stessi. Eppure, avremmo il mezzo di sostituire alla lenta e stentata selezione naturale, cui vietiamo quasi in tal modo ogni efficacia, una selezione sociale più rapida, più sicura, più razionale; basterebbe porre per principio assoluto della nostra organizzazione civile questo principio: “Perchè vi sia reale Progresso, conviene che l’individualità umana sia schiacciata dalla Società umana„. Da questo principio gli eugenisti ad oltranza traggono una inesorabile ma logica conclusione.

“Ogni individuo anormale, scrive Richet, non può essere considerato come un riproduttore atto alla procreazione di una prole sana; dunque deve essere spietatamente rigettato. Anormali i deboli, i deformi; anormali anche quelli che portano in sè una debolezza morale grave, come i criminali e i maniaci; anormali, quelli che una imbecillità intellettuale incurabile mette senza alcuna contestazione al di sotto della media degli uomini..... Se dunque esistono, fisicamente e psichicamente, di questi anormali, noi senza falso pudore dobbiamo scartarli dall’Umanità futura... Questi abbozzi di Umanità, questi prodotti disgraziati, condannati in sè e nei loro discendenti ad essere sempre dei rifiuti, questi poveri aborti, dotati di difetti fisici o di tare mentali, non possono inspirare che pietà, disgusto, avversione. Perchè ostinarsi a prolungare la loro esistenza, malgrado l’ordine formale della Natura che li