Pagina:Morselli - L'uccisione pietosa (L'eutanasia), Torino, Bocca, 1928.djvu/92

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omicidi, violentatori, rapinatori, ricattatori, ecc.), spesso recidivi e rei abituali. Avevamo dunque in quell’anno un totale di almeno 130.000 persone asociali od antisociali, con proporzione alta di disgenici; ma fin d’allora si poteva considerare questa cifra grandemente inferiore al vero, ossia alla proporzione effettiva di codesti sub-valori in seno alla popolazione Italiana. Basti dire che in un mio antico lavoro statistico, basato sulla quota dei riformati nelle leve, e perciò relativo ad una sola classe della popolazione, quella dei giovani maschi di 20 anni, io calcolai la presenza di almeno 72.000 tra idioti, frenastenici, pazzi ed epilettici; ma estendendo la proporzione ai gruppi per età ed ai due sessi, dovetti raddoppiare questa cifra sui 21 milioni di abitanti che costituivano allora la massa sottoposta alla indagine. Oggidì non andrei molto lontano dal vero calcolando per una popolazione di circa 40 milioni una cifra almeno quadruplicata, il che porta a valutare una zavorra sociale più o meno inutilizzabile di persone neuro-psicopatiche di oltre un quarto di milione.

E la spesa per questa zavorra?

Fortissimo è l’onere che grava sulle finanze delle Pubbliche Amministrazioni e delle famiglie per il sostentamento, il ricovero e la sussistenza di tutti i pazzi cronici incurabili, la massima parte dei quali è antisociale sotto qualsiasi aspetto. Ogni anno, coll’aumento delle anormalità e delle malattie congenite