Pagina:Non più illusioni (Carpi).djvu/33

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che potevano essere fatali? Ora nessuno degli intenti che si proponeva la Francia, a chi ponderi e giudichi con senso retto gli avvenimenti, non fu effettivamente e stabilmente raggiunto; ragione per cui, o la Francia deve lasciar svolgere tutte le conseguenze dell’iniziata sua opera, prestando aiuto, ove occorra, a raggiungere i fini per cui intraprese la guerra italica, o sarà obbligata ad indietreggiare umiliata dalla forza degli avvenimenti; e ciò sarebbe con scapito solenne della propria dignità. Conciossiachè il fermarsi a mezzo cammino in opere di tal natura rendasi impossibile, e sia anzi un porgere il destro al nemico sconfitto per animarlo a prendere la rivincita.

Nelle insorte questioni fra lo Sthatolder e gli Stati (parlamento) d’Olanda nel 1786, la Francia prese partito pei liberali, confortandoli e consigliandoli alla resistenza e promettendo loro che non sarebbero abbandonati dall’alleanza francese. La moglie dello Sthatolder, sorella del re di Prussia, donna ardita ed orgogliosa, come lo furono poscia fra noi le Caroline d’Austria, con sottili arti condusse la bisogna in guisa tale, che un esercito prussiano marciò contro l’Olanda per farle subire le prepotenze dello Sthatolder; e tutto ciò sotto gli occhi della Francia che indietreggiava muta e neghittosa. In quell’occasione l’Imperatore Giuseppe II d’Austria disse «La France vient de tomber: je doute qu’elle se relève» profetiche parole che preludevano alla grande rivoluzione dell’17891. Gli Italiani facciano ora un confronto, e pensino se sia attendibile

  1. Flassau, Storia della diplomazia francese, tomo VI, pagina 407, 416.
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