Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/373

Da Wikisource.
358


appare in sogno a Nausíca, figlia del Re Alcinoo; e l’esorta condursi al fiume a lavar le vesti, avvicinandosi il giorno delle sue nozze. Nausíca, ottenuto dal padre il cocchio, esce della città. Lavate le vesti, mettesi a giuocare alla palla con le sue ancelle. Lo strepito risveglia Ulisse, che ancor dormia, e che, presentatosi alla Principessa, pregala di sovvenimento. Ella il soccorre di cibo, e vestito; e guidalo alla città.

153

Lib. VII. Nausíca giunge alla città, ed alla reggia, e Ulisse poco dopo, a cui Minerva sotto umana forma presentasi, e cui di più cose informa, che saper gli conviene. Stupor di lui alla vista del palagio d’Alcinoo, e descrizione così di questo, come del famoso giardino. Entrato nel palagio, supplica la Regina Arete, dalla quale, come pure dal Re, e dagli altri Capi, è con benignità ricevuto. Interrogato dalla Regina, che riconobbe le vesti, ch’egli avea indosso, narra in qual modo capitò, lasciata Calipso, all’isola de’ Feaci.

175

Lib. VIII. Congresso de’ Feaci, in cui si delibera, se Ulisse debba essere alla patria sua ricondotto. Alcinoo dà un solenne convito, nel quale Demodoco canta d’una contesa, che Ulisse medesimo, e Achille ebbero un giorno tra loro. Il primo non può ritenere le lagrime. Si passa ai giuochi, ov’egli dà pruova di sè al disco, ed ove Demodoco canta la rete di