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CAPITOLO TRIMO 107 Arrighetta posò qualche poco. Vestissi sollecitamente, poi discese a terreno con donna Giacinta. S’era messa una pioggia fina fina : a mezzo il cortile alcuni paesani s’atTacendàvano intorno a due tarchiati ponici e a un calesso. Dove si va ? — dimandò il cavallante. li la vecchia: — A Monlallo. — Dio ! come fanno adagio, — geme la nuora battendo i (lenii. Ma, infine, son nel calesso: il cavallante ratina le briglie, dà l'aìre ai cavalli. Per toccare la strada che saliva a Monlallo, era di necessità fare un due miglia su quella che, più lontano, attraversava la scellerata campagna; due miglia, imaginale. di spàsimo! \r- righella stava nicchiata nel carrozzino, tenendo chiusi gli occhi, e abbandonando unii mano in una di donna Giaciuta : tratto tratto, fievolmente chiedeva vengono V Ci fu un istante in cui la vecchia signora strinse più forle la mano alla nuora. Avea veduto sul màrgine della via, contro di un para- carri, un mìsero tamburino, lungo e disteso, con aperte le scarpe. Ivi, egli era stalo raggiunto da colei che fuggiva.... Fuori un lume di più ! p], appresso, nuove deplorevoli scene. I campi, di quà e di là della strada, cominciano ad èssere sparsi di fantaccini abbattuti dalla fatica. Oli fossero prima fuggiti ! Poco manca a svoltare, (piando il cocchiere trae i cavalli da lato, e ferma. Eccoli, la con un dèbol grido Arri- ghclta, e cade in delìquio. Ma, no ; non è ancora il nemico : una cinquantina invece di nostri, stracciali, infangati. Dio ! Chi avrebbe in essi riconoscili lo quegli arcigni so/r-ullìciali, che scrupolosi contavano