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CAPITOLO SECONDO 125 — C’è donna Giacinta Pisani ? — dimandò egli, asciullo come il pane di miglio. Signore, sì — disse la cameriera. n 7 Bene, annunciale il capitano Balotta. — Balotta? sùbito. — E il capitano venne annuncialo e introdotto. Donna Giacinta, dal suo seggiolone, lo ricevè con guardo interrogante. Egli, in mano il cappello, fece un inchino, serio, m ini sieri a le. E chiese : — Parlo io alla nòbil signora Pisani ? — Proprio a lei — rispose donna (ìiacinla. — Segga. — E gli indicò una poltrona riinpetto (piasi alla sua. Il capitano te’ un altro inchino e siedette. Mise, tra le (pialtro gambe della poltrona, il cilindro ; liso un istante la punta delle sue scarpe, quella delle sue inani guantate ; aggrondò i sopracigli ; poi, battendo le palme sopra i ginocchi, alzò vivamente la testa, e.... Fu còllo da uno starnuto. — Salute l — augurò donna Giaciuta. Grazie ì — ribalte egli inslizzilo. in cerca di un fazzoletto che non riusciva a trovare. Ma, infine, il trovò ; solliossi replicalamente la cappa, e riprese contegno. — Badaha — cominciò egli a dire col naso intasato — il mio nome è Marc’Aurelio Balolta r.r-capilano elfettivo. La mia divisa, posso assicurare a badama. è senza macchia, è ! — S’intende ! avea e figliola c sapone). E la signora : — Me ne rallegro. — Seiionchè — aggiunse il Balotta con la on voce in cantina — un’onta, un'indicìbile onta pende sopra i miei bianchi capelli — ve si toccava il pannicelli no rossastro) — Madama ! io sono un ùnico padre.... cioè, I10 un’ùnica figlia, piaula educata con lungo amore.... mio solo