Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/254

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La maestrina d'inglese 223 A volte, Enrico sostava a porre una domanda o un dubbio, o meglio, a consolarsi la vista; ed ella gli rispondeva turbata. Turbala ? epperchè ? perchè forse vcdca che insegnava a un maestro ; E, se sì, starsi zitta? a clic? Appresso, si leggeva il dettato; capitai punto della lezione. Allora, le due sedie amorose s’avvicinavano sul quarto lato del tàvolo, cioè in facciatela all’egoista poltrona del babbo, e la bella ragazza, con l’imo di un tagliacarte, apriva la strada ad Enrico, mentre costui, spesso si diperdeva a mirare, non la parola, bensì le dita affilate clic gliela indicavano. E la ragazza: su, coraggio, signore; dica. — Diàvolo d'un inglese! — borbottava il papà. Tanto che lo scolare, tirato fuori dall’èstasi, accentuava la resijsa parola in modo, clic se Aurora gentile fos^e stata « solo » maestra n’avrebbe fatto tesoro. A volte poi, e’ si sentiva solleticare da un capriccioso riccietto o titillare la guancia all’appressarsi delia rasata di lei; ancora un pochino! e si sarebbero tocche. Serràvali in quella lo smarrimento medésimo; èrano come ubbriachi; leggèvano machinalmcnte o almeno credèano lèggere, che, davvero, che forloc- càssero mai. Maggi neppure sarebbe riuscito a capire. Fortuna, clic tutto l’inglese del babbo stava in ebeef-steak» e «roast beef» con la giunta dell’«yes!» Ma un dì, usando essi di fare anche un po’ di «diàlogo » : — « VYliom do you love ?» —- chiese la bella, volgendosi ad Enrico e innamoratamente guardàndolo. Enrico non tènnesi più. — « I love you ! » — fece con entusiasmo. La fanciulla arrossò. — «Love?» che significa love?» — disse, intorbidandosi, il babbo e strascicando la voce. E, a botta e risposta, Enrico : mangio. — il signor Pietro lampeggiò l’uno, poi l’altra, con un’occhiata tale, che, se le occhiate lasciàssero il sogno, quella li avrebbe uccisi di colpo. E, la lezione finita ed il « Giorgini » partito, si die’ a carteggiare « B a r e 111 ». 224 VITA DI ALHRRT