Pagina:Opere (Rapisardi) IV.djvu/47

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Parte prima, libro I 43


Fuggite come antilopi e gazzelle,
     810Voi che inciampo vi fate al mio cammin,
     Ma venite al mio cor, venite, o belle:
     Son dolci i baci miei più del mio vin.

Ei cantava così. Correan le amiche
     Dagli agevoli amplessi a lui dintorno,
     815Come ingannate lodole allo specchio;
     Il fior della bellezza ei ne cogliea,
     Ma dal regno dei facili diletti
     Esulava il cor suo, d’altro già stanco,
     All’intrepida Zilpa, anima altera
     820Chiusa ad amor, di neri occhi profondi,
     Di lunghe trecce e di sen colmo insigne.
     Presso al paterno padiglion la vide
     Un di l’irto Colèiba, e una ferina
     Brama di lei gli divampò nel sangue.
     825Còrso egli avea ladi’oneggiando il vasto
     Paese, e ricco di furate spoglie,
     Di vittoria e di strage ebbro, co’ suoi
     Prodi tornava al suo montan coviglio,
     Allor che amore, ebbrezza ultima, il colse.
     830Alla tribù vicina era in quel giorno
     Ito ai giudicj il genitor di Zilpa;
     Fuggiti erano i servi all’improvviso
     Apparir di Colèiba, ond’ella armata