Sì che di lui maggior nulla mai nasce,
Nulla conforme a lui vive o secondo:
Sola gli onori occupò a lui vicini
20Pallade audace
Ne le battaglie. Nè te fia ch’io taccia,
O Libero, nè te, vergin nemica
Di crude belve, e te, Febo, di strali
24Certi tremendo.
E dirò Alcide e i figli anco di Leda,
L’un su’ cavalli a vincer chiaro, l’altro
Ne le pugne; onde appena a’ nocchier l’astro
28Candido brilla,
Giù da li scogli il torbido umor corre,
Cadono i venti, fuggono le nubi,
E l’onda irata sovra il mar, volenti
32Gli Dei, si corca.
Romolo dopo lor primo, o il quíeto
Memore regno di Pompilio o i biechi
Tarquinj fasci o forse di Catone
36La nobil morte?