Pagina:Opere di Raimondo Montecuccoli.djvu/248

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III. Verso il tempo della rovina dell’impero d’oriente, la scoperta dell’America, l’invenzione della polvere e la tipografia cangiarono sembianze alla politica, al commercio, alla guerra e alla letteratura delle nazioni. Quanto più lo studio e la stampa disseppellivano le antiche memorie, tanto più alcune grandi anime italiane gemeano su la schiavitù della loro patria e su l’abbiezione de’ loro concittadini, frutto dell’obblio e della barbarie della milizia. Primo il Machiavelli investigò ne’ suoi discorsi sopra Livio le cause della libertà e della prosperità di Roma; e nel libro su l’arte della guerra tentò di ridestare le istituzioni della legione, delle marcie e degli accampamenti romani. Molti seguitarono l’esempio. Gli Spagnuoli, i Francesi e i Germani, per le guerre lunghe e frequenti che guerreggiarono in Italia verso la fine del secolo XV, trovarono insegnamenti per cui l’arte cominciò ad essere rivocata a’ suoi principj.

IV. Ma le divisioni provinciali, il sistema feudale d’Europa e le cattedre della letteratura, usurpate da gente senza amor di patria e senza cuore, allontanarono dalle guerre del secolo XVI le grandi teorie degli antichi. Molte furono le battaglie, poche le risultanze; si operò sempre e non si meditò mai. E mentre la fortuna e le passioni governavano la guerra, innumerabili traduttori ed interpreti desunsero esattamente le istituzioni ed i metodi della Grecia, prima inventrice della disciplina militare, e di Roma conquistatrice del mondo: ma si tradusse col lessico, e si commentò con la grammatica. Raro la filosofia, e rarissimo l’esperienza concorreano negli studi eruditi. Si ammirava l’antica milizia, si notomizzavano ad una ad una le imprese; ma chi mai dalle scuole di Giusto Lipsio e di Giovanni Meursio poteva risalire alle ragioni universali delle vittorie greche e romane?

V. Così i guerrieri abbandonavano i maestri di guerra agli antiquari. Questi per fastidio delle cose contemporanee, quelli per poca stima dell’antichità credeano che la diversità originata dalle armi, dalle artiglierie e dalle fortificazioni non ammettesse più omai nè paragone nè imitazione tra gli eserciti antichi e i moder-