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tieri, dovette per imitare il suo contegno comprimere gli spasimi del cuore: in un’ora era invecchiato di molti anni. Se Tatiana non fosse stata innamorata, avrebbe avuto pietà di quella passione ma l’egoismo assoluto dell’amore le toglieva perfino di comprenderla: però nessuno dei due, malgrado ogni ostentazione di disinvoltura, potè mangiare.

Invece di ritirarsi subito dopo il pranzo, Tatiana passò con lui nel gabinetto di legno e vi sostenne una lunga conversazione sullo spiritismo.

Il principe non ostante la propria incredulità aveva anche su tale questione, ridivenuta così ardente per tutta l’Europa in questi ultimi anni, una vasta cultura, quindi ella con grazia squisitamente femminile insisteva per farlo parlare. Sembrava voler sapere come la grande filosofia considerasse quel problema, che la grande scienza aveva da un pezzo cessato di sdegnare.

A poco a poco il principe cedeva ad un’altra speranza; forse Tatiana non era al tutto inaccessibile, perchè le passioni vere finiscono per diventare contagiose come tutte le verità.

Il suo sguardo espresse luminosamente questa fede, ma allora l’altra tornò rigida.

Quindi s’alzò per ritirarsi.

— Andate a letto?

— Sì, sono stanca.

— Io non posso più dormire: voi avete ucciso in me il sonno, come ha detto Shakespeare.