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Pagina:Oriani - Il nemico, vol.2.djvu/254

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vava che un freddo di orrore, come quella volta nella caverna, quando aveva incontrato lo sguardo bianco di Topine fisso sul proprio. Involontariamente indietreggiò; il principe ebbe un gesto delirante.

— Ah! ella gridò con ribrezzo così vivo, che l’altro si arrestò immobile.

Tatiana si mosse verso la porta.

— Una parola, mormorò il principe con voce strozzata.

Ella si rivolse.

— Dunque non volete.... badate di non avervene a pentire.

— Minacciate?

Egli era tremendamente cupo, Tatiana tornò indietro. I loro sguardi s’incontrarono; ella sfavillava d’orgoglio, i capelli biondi sembravano farle sulla testa un’aureola sulfurea.

Il principe chinò la fronte con un gemito.

— Le vostre ultime parole sono vili, se avete inteso con esse di mettermi paura. Le donne, seguitò dopo una pausa con un sorriso micidiale di disprezzo, non si conquistano così.

Egli la fissò con uno sguardo, che la fece rabbrividire.

— E voi avete torto di pretendere, che si possa vivere così.

Tatiana quel giorno si fece un dovere di comparire a pranzo, fingendo di aver tutto dimenticato. Il principe, che vi sarebbe mancato volon-